San Valentino quest’anno cade nel secondo giorno di quaresima. Ciavéte fatto caso?

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Parlare di San Valentino fra un Papa che getta la spugna e le elezioni in un certo senso più drammatiche e significative del secondo dopoguerra può suonare futile.

Infatti lo è.

Ma se John Lennon, che era John Lennon voglio dire, non Toto Cutugno, subito dopo “Imagine”, nell’album omonimo, inserisce un gradevole pezzo honky-tonky dal testo acuminato (Crippled inside), e conclude l’intero album con una dichiarazione d’amore alla moglie degna di Piero Focaccia, lasciate che anch’io possa mescolare generi e tematiche in modo scandalosamente disinvolto.

San Valentino è una festa paradossale ed inutile, in realtà come quasi tutte le feste che non consentono giorni di ferie, avventurosi ponti, tredicesime mensilità.

Spesso si sovrappone e si intreccia al Carnevale che, nella sua veste generalista, è più liberamente fruibile e più significativo. Quest’anno l’ha mancato di un paio di giorni e (ciavéte fatto caso?) casca e forse si fa male nel secondo giorno di quaresima, col Papa che abdica e il Caimano convinto di rimontare. E se quest’anno se ne stava direttamente a casa? In questi casi qualunque abitante del ducato a 5 Stelle potrebbe chiosare “An sariss miga mort nisò!!!”
A cosa serve San Valentino? Per gli innamorati è sempre festa e non bisogna aspettare il 14 febbraio per scambiarsi epocali promesse, fantastici regali, mirabolanti prestazioni porno-erotiche.

Per chi innamorato non è, San Valentino è un momento di spiacevole voyeuristico contatto con l’ostentato piacere degli altri.

Con una distinzione.

  • Chi innamorato non è e non è nemmeno in coppia, può se preferisce tapparsi in casa stappando una bottiglia di quello buono per brindare alla persona più meravigliosa che conosce (sè stesso): questa antinomia tra tappare sè stessi e stappare un’innocente bottiglia meriterebbe commenti di tipo euristico-ermeneutico ma al momento non mi escono e quindi meglio per tutti.
  • Chi invece e per contro innamorato non è ma è in coppia, avete chiaro il concetto?, ecco, per lui San Valentino è una feroce e inumana tortura. Che fare? Dirsi la verità e festeggiare la ricorrenza con un minuto di silenzio ? O mentire e mentirsi e non smettere più e confondere spesso Lenìn con Gesù? Dopo di che andare con la/il partner ad ostentare la tua finta gioia come la puttana di una vecchia canzone delle Orme? Consentendo a chi innamorato non è e non è nemmeno in coppia di fissarti con gli occhietti cisposi e l’alito agliato mormorando a scelta “Tsè”, “Pfui” o “Tsk”.

E chi, più che in coppia era in triangolo fino a non tantissimo fa, come si regola?

  • Si imbottisce di San Miguel doppio malto nel locale che vide alcuni dei momenti più alti del suo genio di seduttore sperando di non vedere entrare nessuna delle due sedotte e abbandonate (o sedotte e abbandonatrici? Boh….) in compagnia di qualche esemplare etnico del quale poter dire “E beh, ma allora…”, prima di andare a vomitare nel cesso Dio solo sa se per il disgusto o per la rabbia?
  • Si imbottisce di San Miguel doppio malto nel luogo sopra menzionato ma poi corre a casa e segue le interessantissime sfide di Uefa League delle nostre squadre contro compagini dell’est dai nomi inpronunciabili?
  • Si chiude in biblioteca a studiare Lacan fino all’orario di chiusura?
  • Si chiude in biblioteca a leggere una interessante autobiografia di Mike Bongiorno?
  • Fa un giro in bici al Parco Cittadella sperando di non incontrare una delle due sedotte e abbandonate/abbandonatrici che abborda tutti gli uomini soli che trova indipendentemente dal loro grado di impresentabilità (chè starsene da soli al Parco Cittadella per di più di San Valentino fa escludere una qualche somiglianza con Raul Bova), e se la incontra si allontana scuotendo mestamente la testa, gesto inutile perché lei neanche lo ha visto, o peggio neanche lo ha riconosciuto?
  • Manda ironici sferzanti sms a tutte le sue ex meno alle due summenzionate? Concludendo tutti con la sto(r)ica frase Non attendo alcuna risposta ma incazzandosi come una pantera perché tutte lo prenderanno sul serio…

Lasciamo la risposta ai nostri pochi ma sagacissimi lettori. E nel frattempo, buon San Valentino a chi ci crede.

11 Risposte

  1. Oggi sono andata a fare la spesa e la signora dopo di me, anziana, la conosco, faceva la commessa, dolce come la melassa e timorosa come un criceto, aveva in mano un tubo dei famosi baci.L’ho fatta passare avanti, mi sembrava così terribilmente romantico che alla sua età si ricordasse del suo lui. Una signora , poco dopo è arrivata con un lato tubo, dicendo che oggi non può mancare. Non so se oggi non può mancare, l’amore non si festeggia con i baci e a date precise. Mi è sembrato carino però, forse un giorno per stare insieme con più attenzione. Ricordo che nelle piazze d’Italia le donne e anche gli uomini festeggiano con un flash mob ballando insieme contro il femminicidio una piaga nel mondo. Un abbraccio, l’amore colpisce a volte a caso e poi non sa che fare e a volte uccide. Ciao.

    1. Poi c’è chi festeggia San Valentino sparando alla morosa, ma su questo forse farò un post a parte (non ne sono ancora sicuro).

  2. Nè per invidia (invidia di che?), né per snobismo (accusa che a volte mi viene fatta, perché non mi allineo su certe scelte nazional-popolari tipo Festival di San Remo, o non sapere chi è chi, quando tutti lo sanno), quando incontro il giorno di San Valentino non lo guardo neppure in faccia. Come per il giorno della mamma, del papà (accentato), e, se non fosse perché lo festeggio in altro modo, per quell’8 marzo in cui donne sedicenti libere, se ne vanno in locali più o meno buzzurri a riempirsi di occhi di muscoli maschili, più o meno buzzurri. Son tutte feste ridotte a spot pubblicitari, ormai, e, se pur possono aver avuto un significato… etico (?) all’inizio, è già da mo’ (direbbero in Romagna) che l’hanno perso.
    Non confesserò neppure sotto tortura se sono innamorata o non lo sono, se sono ricambiata o non lo sono, ma certamente non festeggerò il mio presunto o reale innamoramento con una cena illuminata dalla romantica fiammella delle candele. Non questa sera, almeno.
    Parteciperò, invece, alla festa di cui parla Rita, che con l’amore c’entra: l’amore, quello vero, come cantava la Caselli; quello che non uccide, non violenta, non annienta. E anche quello che non si esplicita, che so, metti una sera a cena (sto imparando da te a inserire, qua e là, qualche citazione.

    Ciavevo fatto caso a quella roba lì, della quaresima…
    Buona, la San Miguel!

    1. Rileggendo, mi accorgo di aver fatto qualche errorino… Spero di meritare ugualmente la sufficienza.
      Un abbraccio di scusa.

      1. A me non sembra. “Ma uno sbaglio poi cos’è?” scriveva Samuele Bersani e cantava Lucio Dalla.

    2. La triste turpe realtà (che non ho voluto esplicitare perché mi interessava parlare d’altro o fare la volpe con l’uva, adesso non ricordo bene quale delle due ipotesi sia più accreditabile, magari “tutteddue”…) è che S. Valentino, come quasi tutte le feste dell’Implacabile Era Contemporanea, è una truce squallida scusa per spillare soldi a chi ne ha sempre di meno.

      Come nella Pasqua e nel Natale di Gesù c’è rimasto pochissimo, a S. Valentino di “amore quello vero” (che sembra non esistere più ma poi all’improvviso arriva lui/lei) neanche a parlarne, gli strip maschili dell’8 marzo mi lasciano perplesso (se fossi una donna, oltre a tenermi sempre le mani sulle tette come diceva non mi ricordo chi ma è una delle battute più belle delle formiche che si incazzano, avrei anche il diritto di indignarmi) e così via.

      Quanto al significato etico, oggi forse ci crede solo (o fa finta di crederci) Nichi Vendola, e gli altri 61.261.253 francamente non lo so, mi ci metto a malincuore anch’io che all’etica ho ormai rinunciato perché coltivarla porta solo disgrazie.

      Ogni tuo commento è per me una gemma preziosa da incastonare. Buona vita.

  3. Luca è noto che questa festa è nata esclusivamente per vendere più cioccolatini, come Babbo Natale per vendere più bibite e potremmo andare avanti così per un bel pezzo. Ma credo che nella storia dell’uomo il bisogno di celebrare sia atavico: dai Romani a tutti i popoli. C’è bisogno di punti di riferimento, solo che una volta erano sacrifici per favorire il raccolto ed evitare la carestia, ora sono le supervendite di gadget!

    1. Il concetto di “festeggiamento” dovrebbe compenentrarsi con quello di “celebrazione”, altrimenti la festa è solo casino o al massimo edonismo sfrenato (mettere 50 euro nel perizoma sudaticcio di un bel decerebrato fa regredire la condizione femminile anzichè promuoverla, ma ne riparliamo con più calma l’8 di marzo) e come tale giova solo ai produttori di beni futili (che come le mosche in ottobre sentono vicina la fine e quindi si fanno ancora più subdoli e fastidiosi).

      Tutto il resto è piacere di averti ancora e sempre fra i miei fedeli lettori.

  4. Toh guarda chi si vede penserai…..
    Non mi sono smarrita nell’etere, è che a volte alterno momenti di bloggerismo scatenati ad altri di pura nebbia totale e vuoto rigenerante eh eh eh eh ciao fai il bravo neh

    1. Ognuno ha i suoi ritmi, bioritmi, ritmi circadiani, ritmiche dance e via ritmando. L’importante è tenersi visti e sentiti con la dovuta periodicità, su tutto il resto, soprassediamo, come diceva Ciccio a Franco che gli si sedeva prontamente fra le braccia.

      1. … e sapessi tutto il resto…….. soprassediamo che è meglio eh eh eh eh

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