Considerazioni sparsissime sull’8 marzo.

Questo filmato vi costringerà ad un passaggio in più per squallidi motivi di diritti e rovesci ma vi giuro che ne vale la pena. Con osservanza.

Una barista, alla Croce di Casalecchio, ha messo fuori un cartello che sopra c’è scritto Sono allergica alle mimose. (Paolo Nori)

“Ne me quitte pas”.

In questa canzone del sovrumano Jacques Brel, e nel modo magistrale in cui la interpreta, vocalmente gestualmente ed emotivamente, c’è tutta la profonda dipendenza del Maschio dalla Femmina.

Se fossi un intellettuale minimalista (ma per fortuna o per somma disgrazia non sono nessuna delle due cose) potrei concludere qui il mio post.

Le vedove vanno in crociera, scrivono romanzi, ricontattano vecchie amiche, moltiplicano l’impegno coi nipoti se ce ne sono, ringiovaniscono, rinnovano il guardaroba,  vedono l’idea di rituffarsi in una relazione di coppia come una bizzarra eventualità sostanzialmente inverosimile.

I vedovi implodono, s’afflosciano, vivono di rimpianti, recriminano, se la prendono col Padreterno e a volte anche con l’estinta (“Ma non potevi aspettare che me ne andassi io, benedetta donna?”) ma poi si riaccoppiano con allarmante velocità.

E’ un dato obiettivo (ma tenuto nascosto ai non eruditi) che, nell’evoluzione genetico-culturale (che riguarda tutti i mammiferi, non solo la bizzarra specie Homo Insipiens) il maschio, trombando a destra e a manca innumerevoli femmine, ha la meglio nel trasmettere i caratteri somatici ma la femmina, interessandosi in modo intensivo ed esaustivo di una cucciolata alla volta, è la responsabile unica (in tutte le specie salvo l’Homo Insipiens dove il babbo cerca di prendersi le sue responsabilità quando può e come può) nel trasmettere i caratteri culturali che nell’echidna e nell’ornitorinco forse hanno una valenza relativa, ma dal formichiere in su hanno la loro importanza.

Da qui a dire che la donna custodisce con pudore e quasi segretezza un patrimonio di intelligenza e saggezza che l’uomo si sogna (ammesso che la desideri e voglia metterla al posto delle proprie derive impulsivo-narcisitiche) ci passa lo spazio di una rapida, per qualcuno dolorosa, presa di coscienza.

Sulla vita del paleolitico non esistono filmati su Youtube, ma i paleontologi deducono e desumono plausibilmente che mentre i maschi andavano a vedere se potevano cacciare la tigre dai denti a sciabola o se era semmai lei a cacciare loro (e partivano sui 90 chili e tornavano a 57-58) le donne restavano in caverna a trasmettere usanze, costumi e forse qualcosa che già allora si chiamava  “valori”.

Nel rapporto uomo-donna questo nefasto conflitto fra ottusa forza fisica e profonda forza intellettiva resta ancora operante. E nei tempi, le donne intellettualmente e (orrore!!) sessualmente libere sono state bruciate al rogo come streghe o bollate come “puttane” (senza minimamente pensare che una vera prostituta è la negazione vivente della libertà sessuale, e che se   mai tanti se non tantissimi  “felici matrimoni” sono basati su modalità prostitutorie di puro tornaconto economico).

Io non regalerò mimose.

Ma cercherò di capire quanto  mi separa da una accettabile comprensione della psicologia femminile, che banalizzazioni pressapochistiche possono etichettare come “complicata”, ma che in realtà è semplicemente inequivocabilmente e irreversibilmente un po’ più “complessa” di quella in cui il maschio italiota vive affondato come un allegro maialino nella sua leggiadra porcilaia. E dalla quale evita di uscire non volendo passare per gay.

13 Risposte

  1. Ciao Luca, mi piace tutto. Bellissime giornate anche a te.Grazie

    1. E’ un post scritto di getto senza badare alla consecutio logica (a quella grammaticale invece credo di aver badato a sufficienza). Io non scrivo per piacere agli altri ma per esprimere quello che sento.

      Qui ci sono riuscito. E vivaddio, non è detto che una cosa debba escludere l’altra.

  2. Molto belle le canzoni. le tue analisi delle differenze di genere sono azzeccatissime! Si sa che le donne hanno sempre raccolto semi e radici e gli uomini invece affrontato grandi spedizioni nella foresta. In fondo è ancora così: le donne in casa e gli uomini a lavorare, se c’è lavoro. Ciao Rita

    1. Il discorso è lungo e complesso, e su di esso sono state scritte non migliaia ma milioni se non miliardi di pagine (per fortuna è sufficiente leggerne un campione rappresentativo, perché non è che ogni nuovo autore tiri fuori delle originalità assolute): non ho citato il mondo greco-romano in cui il ruolo femminile era intrinsecamente dominante (quando le donne sono dominanti di solito non dominano nel modo protervo e arrogante dei maschi, tengono sapientemente e garbatamente in mano le redini e non usano quasi mai la frusta, in realtà non ne hanno bisogno).

      In una realtà ormai lontanissima dal fantomatico “stato di natura” le donne si sono affrancate dal loro ruolo biologico di “procreatrici ad oltranza” con tutti i paradossi possibili e immaginabili fra sfera affettiva e sfera razionale, immagine dell’Io e ruoli sociali che non ho nè il tempo nè alla fine la capacità per enumerare.

      Nei miei post, come sempre, arrangio delle sintesi e dico quello che mi sento di dire: non inseguo la completezza, mi accontento di una sostanziale chiarezza e coerenza.

      E dove non arrivano le parole, ci sono altri livelli di messaggio (immagini, filmati, canzoni, magari il web del futuro permetterà di trasmettere anche odori, sapori e sensazioni tattili ma per ora ti mette già in condizione di andare su una turbinosa ed accattivante multimedialità).

      Sempre col conforto di una ristretta ma fedele cerchia di amici/commentatori che mi illumina il cammino e la vita (che di default auguro “buona” a tutti).

  3. Argute e attente considerazioni sul genere umano a partire dai quasi albori ai giorni nostri. Ciò che andava bene un tempo, ora non più, per cui i ruoli hanno subito una metamorfosi. Credo che la donna angelo del focolare abbia abbandonato la sua veste: all’interno della famiglia vi è collaborazione, come è giusto che sia. Il distacco per cause naturale dal proprio congiunto porta per forza di cose a tornare alla vita, alla normalità. C’è chi si dispera e vive i suoi giorni in profondo stato depressivo e chi se ne fa una ragione e riprende a vivere secondo i suoi schemi, a volte lo fa anche per non pesare sui figli psicologicamente e fisicamente. Ora se l’uomo sia dipendente dalla donna è soggettivo, vi sono uomini in grado di gestirsi l’esistenza nei migliori dei modi. Comunque nella normalità l’essere umano trova il suo appagamento all’interno di una famiglia sensibile ed unita.
    Ottimo post, un caro saluto.
    annamaria

    1. Riuscire a commentare i nostri anni agitati, affollati e inutilmente rumorosi non è sempre facile. Le domande classiche della storia dell’uomo, i temi più delicati, col turbinoso evolvere di un progresso potenzialmente cieco paradossalmente non trovano risposte migliori o almeno più chiare. Anche perché parlano in tanti ma, per citare un verso, bello nella sua vis polemica, del grande Giorgio Gaber “Parlan soprattutto i deficienti”. Spero di non rientrare in codesta misera schiera, e trovo bellissimo e per certi versi taumaturgico lo strumento della rete che, nell’esprimerti, ti aiuta a ridurre la tua ignoranza (perché non si può capire senza mettersi in gioco).

      Grazie per il tuo preziosissimo apprezzamento.

  4. Bellissima la canzone di Rocco Rosignoli! Non conoscevo questo cantante.
    Mi vien da dire che il rapporto fra uomo e donna per millenni si è basato sulla paura: paura da parte dell’uomo della “complessità” femminile, della sua relazione più intima con la natura, della capacità di generare un essere nel suo corpo (invidia dell’utero?). La forza fisica dell’uomo, una certa propensione del maschio alla brutalità, ha, per millenni, intimorito la donna. Poi, piano piano la donna è riuscita a liberarsi almeno parzialmente di questa paura, ha trovato la forza di ribellarsi. Ha trovato il coraggio di dire “io” e non “lui” o “noi”. L’uomo, invece, ha continuato ad avere paura, anzi, ad avere sempre più paura, perché si è accorto di stare perdendo il suo potere.
    Forse ho scritto un bel po’ di cacchiate…
    Meglio che ti saluti, caro Luca.
    E grazie per questo bel post.

    1. Rocco Rosignoli (roccorosignoli.altervista.org) è (non me ne vogliano gli altri, ma credo lo sappiano anche loro) il migliore della nutrita talentuosa leva di cantautori e musicisti che Parma sta sfornando in questi ultimi anni. Il suo ultimo album è di una bellezza quasi intollerabile.

      Detto questo a beneficio di un giovane bravissimo musicista che meriterebbe un successo e una diffusione a livello europeo (ma il mondo della discografia oggi è ancora più ottuso e bastardo di quello dell’editoria che credo tu conosca abbastanza bene), il mio post (rispetto al tuo contemporaneo ed omologo) è poco più del vaneggiamento di un ubriaco da bar.

      L’anno scorso avevo scritto ben altro post per profondità e completezza, ma mi piaceva dire la mia come mi veniva e come ne ero capace, con spirito decoubertiniano di “gioiosa disinteressata partecipazione”. E sull’8 marzo c’è una sorpresa che scoprirete presto.

      Grazie per la tua attenzione.

  5. Alle tue ineccepibili considerazioni, vorrei contrapporre un bellissimo articolo di Simone Perotti, che mi sembra offrire un punto di vista molto aperto e profondo sull’universo maschile: clicca qui.

    1. Nell’articolo di Simone Perotti, da non confondersi con Simone Perrotta, interno sinistro della Nazionale campione del mondo nel 2006, è esternata con accorata disperazione una tesi che io mi limitavo a lasciare implicita: le donne del “nordovest del mondo” (per citare l’efficacissima espressione geosociologica da Perotti usata) stanno lentamente impercettibilmente prendendo il comando delle operazioni, e il genere maschile ricorda la Roma tardo-imperiale che si pasceva di una gloria ormai stantia deridendo spesso e volentieri quei “barbari” che l’avrebbero svuotata dal di dentro.

      E’ un silenzioso pacifico golpe (oggi non c’è neanche bisogno di ritmare “Tremate tremate, le streghe son tornate”). Una società governata a pieno titolo dalle donne credo sarebbe più civile e produttiva.

      A quel punto (che prima o poi diventerà realtà) gli uomini dovranno ridisegnare completamente la propria immagine sociale, culturale e psicologica e se ci riusciranno anche per loro sarà un mondo decisamente migliore.

      Più lento, più profondo, più umano più vero come il Pippero di Elio e le Storie Tese.

      Almeno secondo me.

  6. Ciao Luca,
    sono Rocco. Ti ho già ringraziato via mail per avermi messo in quest’ottima compagnia, non so se ne son degno; lusingato, senza dubbio. Vorrei invitare te, e chiunque altro sia interessato, a seguire il blog che ho appena inaugurato, htttp//testuggini.blogspot.com, che seguirà la lavorazione del mio prossimo cd, in uscita il 28 di giugno.
    Grazie ancora, un saluto.

    1. Ecco, ci mancava che inserissi l’indirizzo sbagliato… 🙂 http://testuggini.blogspot.it/
      Di nuovo ciao!
      Rocco

      1. Seguire il tuo blog sarà un piacere e un onore, sperando di poterti vedere quanto prima live on stage sia come musicista che come conferenziere colto e multimediale.

        Un abbraccio.

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