Un Papa che si chiama Francesco.
A pensarci bene, è curioso e quasi imbarazzante che in otto secoli nessuno ci avesse pensato prima.
Un Papa sudamericano.
Forse le Chiese della Liberazione, che con Wojtyla e Ratzinger sono state costrette a remare controcorrente e ad essere trattate come Berlusconi tratta chiunque stia più a sinistra della Binetti, potranno rialzare la testa e portare il loro dolce messaggio di speranza e riscatto.
Un conclave da Terzo Millennio, con l’arcivescovo di New York che indice una conferenza stampa per spiegare perché ha dirottato i suoi voti sull’arcivescovo di Buenos Aires.
Il “gran rifiuto” di Ratzinger (che secondo alcuni è il suo unico merito) ci ricorda che il Papa non è tanto e solo il vicario di Cristo ma il dirigente di una multinazionale, che merita tutto il rispetto perché coagula milioni di speranze, valori, utopie ma ultimamente ha perso tantissimo appeal.
Il terzo Papa consecutivo non italiano.
Meditate, gente, meditate.
Nihil alium dicendum est.
Credo che nessuno sia rimasto indifferente ai tanti segnali straordinari di questa inattesa Epifania, segnali che mettono (e metteranno sempre più) in secondo piano le voci critiche, e difficilmente davvero verificabili, circa i rapporti intercorsi fra il Vescovo Bergoglio e una delle più feroci dittature della storia.
Per me, poi, il segnale straordinario di quel nome ha avuto inevitabilmente una risonanza quasi assordante… 🙂
In un futuro post sarei tentato di accostare Papa Francesco (qualcuno lo chiamerà Francesco Primo ma la dizione esatta è quella, conviviale e roncalliana, tutti lo chiamavano Papa Giovanni e basta, ero piccolo ma conservo ancora buona memoria per poterne parlare, come direbbe un altro Francesco sui tempi in cui girava con cravatte con su i titoli dei giornali) al M5S. Perché percepisco delle similitudini interessanti, magari non sostanziali ma evocative in modo affascinante.
Mentre ti rispondo, le voci a cui alludi sembrano essere state contestate e rese poco più che strumentali e gratuite malignità. Papa Francesco è stato voluto da quella che sembra restare una maggioranza decorosa e presentabile della Chiesa Cattolica, ma c’è una forte minoranza silenziosissima e subdola che gli renderà la vita se non difficile almeno un po’ sdrucciolevole.
Un Papa di tutti e per tutti (e non solo per i dogmatici tradizionalisti, e forse neppure per loro, com’era l’abdicato ratzinger) fa bene a tutti, anche ai non credenti, o quanto meno ai non osservanti.
Un Papa che si paga di tasca propria il soggiorno alla Casa del Clero, viaggia sui mezzi pubblici e dice agli amici argentini che vogliono fare una carrambata “Statevene a casa e date i soldi del viaggio ai poveri”, quanto meno si costruisce un pulpito idoneo dal quale poter lanciare quei messaggi moralizzatorii e riconnotativi che non solo i credenti e non solo gli osservanti si devono aspettare e devono pretendere. A parte il “Buona sera” di esordio e il “Ci vediamo presto” di commiato che valevano da soli il prezzo del biglietto.
Buon vichènd.
E infatti:
http://www.beppegrillo.it/2013/03/limportanza_di_1.html#commenti?s=n2013-03-16
La pagina in cui Casaleggio si chiedeva come mai nessun Papa aveva scelto un nome in teoria così vicino alla spiritualità cristiana (ma forse a quella dei semplici fedeli più che a quella degli alti porporati) e implicitamente auspicava che il prossimo colmasse la lacuna, mi era sfuggita, pur avendo letto parecchie pagine di quello che, chissà perché, su “Repubblica” chiamano “il breviario del MoVimento 5 Stelle”, (Il Grillo canta sempre al tramonto, possibile sottotitolo “Canta bene chi canta ultimo”) nei miei pomeriggi in Feltrinelli.
Così come potre dire che “non ricordavo”, ma onestamente proprio “non sapevo” della scelta del 4 ottobre 2009 come inizio ufficiale del MoVimento suddetto.
Quindi non ho detto nulla di originale, ma nemmeno nulla di assurdo (a volte ho delle intuizioni fra il visionario e lo psicotico che fanno sogghignare i custodi del “pensiero convergente e ortodosso”).
In un post in gestazione, codesta affinità verrà meglio illustrata e discussa invitando il Grillo Furioso e Scomunicante a prendere lezioni di pragmatismo e magari di umiltà da un Papa che sembrerebbe di suo pieno gradimento (certamente molto più gradito di Siampazzi Bersani e di Morfeo Napolitano).
Solo che la primavera, direbbe qualcuno, tarda ad arrivare, sicuramente dal punto di vista meteorologico e speriamo solo da quello.
I soliti affezionati e deferenti saluti.