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lucarinaldoni
Guai a presentarsi, guai a raccontare la propria storia personale, sei bloccato: cambiare diventa difficilissimo. Si potrebbe quasi dire che è impossibile sfuggire al destino di essere congelati nei pensieri degli altri. Io sto con Giorgio Gaber e con la conclusione del monologo iniziale del suo spettacolo "Anche per oggi non si vola", preziosa reliquia della parte non ancora plumbea degli anni '70. Il fatto è, Giorgio Gaber a parte, che la mia vita è talmente ai confini della realtà che talvolta anch'io mi do dei pizzicotti per vedere se mi sveglio. E magari prima o poi succederà. Nessuno mi crede quando la racconto. Oramai neanche la racconto più e ogni tanto butto lì qualche strategica bugia alla quale credono tutti. Lo so, lo so che non è giusto. Però mi serve pure questo. Sorpreso dai miei 57 anni (e non ci posso fare niente salvo prenderne sconsolatamente atto), con la vita avrei ancora giocato ma mi dicono che non si può più. Ma va bene così. Immagino che non vi basti. Fatemi pure causa.