Siamo uno sputino nel Cosmo e quante arie ci diamo…
Erano 104 anni che non c’era una caduta di meteoriti in territori abitati, e guarda caso in entrambe le occasioni la pioggia celeste ha prescelto come obiettivo la Russia, la prima volta “prima” e la seconda volta “dopo” l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.
In realtà, come molti di voi sapranno, i danni più rilevanti non sono stati provocati dai frammenti giunti a terra (la maggior parte di pochi millimetri cubi di volume) ma dalla terrificante onda d’urto successiva all’esplosione, avvenuta a qualche chilometro d’altezza.
La Russia, pur depurata di una dozzina di repubbliche che componevano la vecchia URSS, è ancora un paese sconfinato che si estende attraverso un continente e mezzo come nessun altro al mondo (solo la Turchia e l’Egitto si estendono anch’essi su due continenti, ma la parte europea della Turchia e quella asiatica dell’Egitto sono entrambe una minima aliquota della superficie totale) e quindi le probabilità stattistiche che qualcosa che deve succedere nei pressi della crosta terrestre avvenga in Russia sono più alte rispetto al Lussemburgo o a St. Kitts & Nevis.
Fermandosi la mia competenza astronomica ad amatoriali letture in biblioteca di buoni e gradevoli libri di divulgazione scientifica non ho molto di più da dire sull’evento astronomico in sè. Le mie considerazioni bypassano anche, ovviamente, nuove possibili ventilate concomitanze fra l’abdicazione del Papa e fenomeni “mostruosi” (nel senso etimologico originario del termine) che accompagnano questa epocale vicenda.
Quello che invece ci tengo a dire è che, mentre le calamità terrestri [spesso, ma non sempre e non necessariamente, causate in parte da una grave incuria umana nella manutenzione della propria Casa Per Antonomasia (qualunque inquilino che trattasse così il suo appartamento si troverebbe sotto un ponte nel giro di poche settimane)] ci ricordano che siamo come formichine inermi e insignificanti nella vastità già di per sè ingente del globo terrestre, questa visita di frammenti petrosi cosmici ci ricorda che l’immenos globo terrestre è in realtà un microscopico lillipuziano pianeta in un sistema solare periferico ruotante intorno a una tra i 100 miliardi circa di stelle che fanno parte della Via Lattea, che stazza circa 40.000 anni luce di estensione lungo il braccio più lungo, e purtuttavia è solo una tra i miliardi di galassie di un universo la cui estensione globale è stimabile intorno a una decina di miliardi di miliardi di miliardi di anni luce (credo si debba dire 10 alla ventisettesima).
In Russia per ora non è morto nessuno (ci sono 2 feriti gravi in ospedale e un migliaio di feriti “generici”, quasi tutti trafitti da schegge di vetro impazzite che correvano alla velocità di una Ferrari) anche se i danni sono impressionanti.
Un asteroide di ben altre dimensioni (che secondo gli astronomi non ha nulla a che vedere col meteorite russo) più o meno nelle stesse ore ha mancato la Terra di un’inezia (è passato più vicino dell’orbita lunare).
Siamo uno sputino nel Cosmo e ci accapigliamo per ore discutendo se Crozza ha il diritto di andare a Sanremo a prendere per i fondelli Berlusconi e, punteggiando diversamente la sequenza di eventi, se un gruppo che potremmo definire simpaticamente “contro-claque” ha il diritto di interrompere la performance del comico disturbando un 99% che se ne stava in silenzio e sembrava apprezzare; o se la quarta sconfitta in campionato della Juventus significa crisi; o se bere vino rosso con piatti di pesce è una tamarrata galattica o una finezza da intenditori.