La Casaleggio Associati si è infilata in un grottesco cul de sac ipotizzando il voto a giugno.
1. Prima di tutto, l’ipotesi di andare ad un voto super anticipato, diciamo 4 anni e 8-9 mesi prima del previsto, dovrebbe essere un’extrema ratio, e invece la Casaleggio Associati, per bocca del suo impeccabile portavoce Luigi Di Maio, ne fa un’esigenza prioritaria.
Ora, sui costi delle ultime elezioni non abbiamo ancora dati, ma quelle del 2013 sono costate circa 389 milioni di euro, cioè 753 miliardi e 209 milioni traducendo in lire, operazione che ogni tanto mentalmente faccio e mi aiuta ad una doverosa parsimonia.
6 euro per ogni italiano neonati ed evasori compresi, si potrebbe dire.
Lo 0,02 per cento del PIL, se si vuole minimizzare. Tsè, pfui, tsk, irrilevante… Ma sempre 389 milioni di euro restano. Fate voi. È morale spenderli di nuovo dopo tre mesi? Oh, Casaleggio Associati, dico a voi.
2. Far dire al buon Di Maio che quello di giugno sarebbe una specie di “ballottaggio” è un vile attentato alla sua immagine pubblica, a meno che non sia in atto una sorta di competizione con Salvini a chi sparla meglio (tarando opportunamente le dichiarazioni rilasciate da quest’ultimo durante le sue reiterate scorribande a Vinitaly, oppure al contrario mettendole in evidenza per la serie “in vino veritas” o, in termini più psicodinamici, “il Super-Io è solubile in alcool”). Nessuna legge dello Stato prevede un simile scenario. In aggiunta, dallo scioglimento delle Camere, devono passare almeno due mesi per permettere le complicatissime operazioni del voto all’estero. A luglio ed agosto non si è mai, giustamente, votato.
Casaleggio Associati, so che cambiate programmi (e rinnegate a volte anche le scelte dei candidati via web) con enorme facilità, ma forse le leggi dello Stato di cui sopra per essere modificate richiedono un dibattito parlamentare con un governo già insediato. Secondo me, almeno…
3. Tornare alle urne con il Rosatellum riveduto e corretto, che è in vigore, produrrebbe un risultato quasi matematicamente molto simile a quello che abbiamo di fronte. A meno che si smetta di applicare ad un sistema proporzionale, in modo non so se superficiale o denunziante grande mala fede, una logica da maggioritario puro o, nei casi più eclatanti, da campionato di calcio. Ma escludo che succeda. E dopo di che? Veh, Casaleggio Associati, sempre con voi ce l’ho…
4. Molto meno scandaloso sarebbe formare un governo transitorio ma operativo per approvare una legge elettorale più funzionale. Auspico che succeda ma ci credo poco. Altrimenti si vota nel 2023 perchè lo dico io.
Hai ragione! Che spettacolo tremendo si vede.